20.3.09

Dice che Amelia Earhart...























Dice che Amelia Earhart è un mistero continuo. Dice che l’aviatrice statunitense è nata ad Atchinson il 24 luglio 1897, ed è scomparsa in un luogo mai identificato nell’Oceano Pacifico il 2 luglio 1937 dopo la lunga traversata in giro per il mondo che, per lei, era la grande sfida con se stessa. Dice che l’allora Presidente Roosevelt ha autorizzato le ricerche, ma né il corpo né l’aereo sono mai stati ritrovati anche dopo la ricerca su una superficie di 250.000 miglia quadrate di oceano. Dice che immediatamente sono fioccate le teorie, dal complotto allo spionaggio, dal rapimento e uccisione dei giapponesi a quello degli extraterrestri.
Dice che il suo nome è comparso spesso in film e telefilm, tra cui, su tutti, Star Trek: non è un caso se di questo mistero se ne parli in uno speciale del National Geographic e in un bella puntata della trasmissione “In search of…”, andata in onda dal 1976 al 1982, e presentata dall’attore Leonard Nimoy, che nel celebre telefilm di fantascienza interpreta il vulcaniano dottor Spock.
Dice che le coincidenze non finiscono qui: nel telefilm LOST (che, per la cronaca, è stato ideato, tra gli altri, dal solito genietto JJ Abrams), un personaggio si chiama proprio Amy (Amelia), e che dà alla luce un bimbo, che diventerà l’ambiguo chirurgo Ethan Rom. Dice che, assoldato dal diabolico Benjamin Linus, Ethan Rom compare fuori dall’isola presso la sede della Mittelos Bioscience (anagramma Mittelos=Lost-Time), multinazionale con compagnia aerea di proprietà: Herarat Aviation, che rimanda chiaramente al nome della pilota scomparsa nell’oceano.
Dice che, dopo aver “abbandonato” la serie, JJ Abrams si è dedicato, tra gli altri progetti, al cinema: il suo nuovo film, in uscita, è curiosamente il nuovo “Star Trek”, in cui il dottor Spock è interpretato dal giovane e promettente attore Zachary Quinto, molto noto per aver interpretato il terribile Sylar nell’altra serie culto “Heroes”.

“In search of…”
http://www.youtube.com/watch?v=UsLDA-ItfHA

NationalGeographic
http://www.youtube.com/watch?v=rUR8r06EtVE

19.3.09

Dice che Bob Dylan...























Dice che Bob Dylan ha cambiato nome un’altra volta. Dice che l’artista nato Robert Allen Zimmerman (a Duluth, il 24 maggio 1941), ha scelto lo pseudonimo Jack Frost per produrre il suo nuovo disco contenente dieci nuove canzoni che, stando alle indiscrezioni, avranno un “approccio romantico”.
Dice che il disco “Together Through Life”, il suo 46° lavoro in studio, uscirà il 24 aprile, ed è stato registrato alla fine dell’anno scorso partendo dall’inedito “Life is hard” scritto per il film del regista francese Oliver Dahan.
Dice che, tra gli altri brani, ci saranno “I feel a change coming on” (che doveva essere l’iniziale titolo dell’album), “Beyond here lies nothin'”, “My wife's hometown”, “Forgetful heart”, “Shake shake mama” e “It's all good”.
Dice che special guest del disco è David Hidalgo dei Los Lobos.
E dice che il menestrello Duluth aveva già in passato usato lo pseudonimo Jack Frost per produrre l’album “Love and Theft”, uscito l’11 settembre 2001.

www.bobdylan.com

17.3.09

Dice che Vanessa Beecroft...


















Dice che Vanessa Beecroft ha colpito ancora, presentando al PAC di Milano la nuova performance VB65, più vecchi lavori fotografici e video installazioni, tutti su tema dell’immigrazione. E dice che l’evento è stato accolto con enorme affluenza di pubblico (diverse centinaia le persone in fila, tra spintoni, transenne e limitazioni).
Dice che l’appuntamento milanese, curato da Giacinto di Petrantonio, avrà una duplice “messa in scena”: ieri la performance VB65, una sorta di “ultima cena” di immigrati in abito elegante, a piedi scalzi, immobili davanti a una tavola imbandita di “pezzi di carne”, e fino al 5 aprile la video exibition dei lavori VB48, VB54, VB61, VB62 realizzati dall’artista italoamericana nelle precedenti performance. Tra questi spiccano per forza e bellezza la performance realizzata lo scorso luglio nella suggestiva chiesa dello Spasimo di Palermo, e il lavoro sull’immigrazione a Lampedusa, che è parte di un progetto più ampio, ancora in progress, su cui l’artista sta lavorando tra Los Angeles e la Sicilia.
Dice che durante la performance di ieri il personale dello spazio espositivo invitava il pubblico a liquidare la “visione” in soli 15 minuti, letteralmente accompagnando all’uscita anche i fan più ostinati, e dice che un messaggio a circuito chiuso ripeteva ostinatamente il divieto assoluto di fotografare le opere, ma che, curiosamente, sull’invito alla performance era scritto: “Durante la performance il pubblico potrà essere rappresentato nelle fotografie o nelle riprese audiovisive che potranno essere distribuite e commercializzate. La presenza di ciascun spettatore è considerata accettazione”.
Dice che Vanessa Beecroft è sempre lei: imprendibile come una chimera, pesante come un macigno, abbagliante come le sue opere, inquietante come l’immobilità dei suoi “attori”.
Dice che, anche questa volta, non sono mancate le critiche all’esterno del PAC di alcuni manifestanti che si aggiravano con un grande cartello “TRUFFASI” in stile di quelli immobiliari, che lei, vb, sfuggente ed eterea, di nero vestita, ha ignorato bellamente per scomparire nella notte milanese.
Dice che nell’ottobre del 2008, a Los Angeles (attuale residenza dell’artista), è andata “in scena” la curiosa performance VBKW, lavoro a quattro mani tra Vanessa Beecroft e il rapper Kanye West.

http://www.vanessabeecroft.com/

11.3.09

Dice che “Dark Was The Night”...

























Dice che “Dark Was The Night” è il nuovo capitolo della serie “Red Hot”, prodotto da Red Hot Organization, che da dieci anni raccoglie fondi per la ricerca contro l’Aids attraverso campagne di sensibilizzazione del mondo della “pop culture”.
Dice che questo meraviglioso doppio cd, che prende il nome da un vecchio blues di Blind Willie Johnson, è stato curato dai due fratelli gemelli Bryce e Aaron Dessner, componenti e fondatori dei The National, la band originaria dell’Ohio ma di stanza a Brooklyn.
Dice che “Dark Was The Night” contiene 31 brani, tutti registrati apposta per l’occasione, dei migliori artisti della scena indipendente internazionale: i gruppi, amici tra di loro, hanno collaborato in modo trasversale dando vita a duetti e interpretazioni da brividi.
Dice che i The Books, insieme a Jose Gonzalez hanno trasformano la storica “Cello Song” di Nick Drake in uno struggente mantra elettronico ipnotico, Antony, con l’aiuto proprio di Bryce Dessner alla chitarra, ha ripreso, come solo lui sa fare, “I Was Young When I Left Home” di Bob Dylan. Dice che, tra le varie tracce spiccano le gemme grezze di Feist, Bon Iver, Grizzly Bear, la bellissima canzone degli stessi The National, una stupenda “Feeling Good” per voce di My Brightest Diamone, Cat Power alle prese con il traditional “Amazing Grace”, Kronos Quartet, Arcade Fire, Dave Sitek dei TV on the Radio con la cover dei Troggs "With a Girl Like You": insomma, uno dei pochi dischi che vale la pena acquistare!
Dice che all’indirizzo http://www.darkwasthenight.com/getthewidget è possibile scaricare gratuitamente un “widget”, un piccolo player personalizzabile da inserire nel proprio sito web/blog con tre delle tanta bellissime canzoni.
E dice che, con grande sorpresa, verrà organizzato il “Dark Was The Night – Live”, alla Radio City Music Hall di New York il prossimo 3 maggio, con la presenza di Dave Sitek, Dirty Projectors, Feist, My Brightest Diamond, The National, Sharon Jones & The Dap Kings e altri che verranno in seguito confermati.


http://www.darkwasthenight.com/

http://www.myspace.com/darkwasthenight



5.3.09

Dice che Mick Harvey...























Dice che Mick Harvey è uscito da gruppo. Membro fondatore prima dei Boys Next Door, dei Birthday Party ('80-'83), di Crime & the City Solution ('85-'91) e soprattutto di Nick Cave & the Bad Seeds ('83-'09), dopo 25 anni di sodalizio con l’amico Nick Cave, l’ha abbandonato per “ragioni personali e professionali”.
Dice che il polistrumentista e produttore australiano, nato Michael John Harvey a Rochester, Victoria, il 29 settembre 1958, ha rilasciato una laconica dichiarazione: “È stata un'esperienza fantastica, e lascio una band in un ottimo stato di salute. Confidando che Nick continui nella sua brillante carriera con l'impeto creativo che da sempre lo contraddistingue, continuerò a lavorare alla ripubblicazione dei vecchi dischi dei Bad Seeds, compatibilmente con gli impegni che mi si presenteranno alla luce degli ultimi sviluppi".
Prezioso collaboratore, tra gli altri, di PJ Harvey e Anita Lane, dice che per il momento si stia prendendo una vacanza al mare prima di imbarcarsi in un’altra avventura musicale con i Triffids, l’altra storica band australiana celebre negli anni ’80, fondata dal compianto David McComb, e per cui a gennaio è stato celebrato il talento compositivo con un concerto pieno di ospiti, con, tra gli altri, lo stesso Mick Harvey, The Church, Brian Jonestown Massacre, The Kill Devil Hills e Youth Group.
Dice che nel 2003 l’altra colonna dei “Semi Cattivi” Blixa Bargeld, il chitarrista e frontman dei berlinesi Einsturzende Neubauten, aveva lasciato la band, e che negli ultimi anni lo stesso Nick Cave si sia dedicato, con una certa discontinuità, a svariati progetti “collaterali”: la sceneggiatura di “Ghosts... of the Civil Dead” (1988), la sceneggiatura e la colonna sonora di “The Proposition” (2005), la struggente colonna sonora di “The Assassination of Jesse James” (2007), e il progetto garage-rock “Grinderman” (insieme agli altri Bad Seeds Warren Ellis, Martyn P. Casey e Jim Sclavunos).
Dice che proprio Martyn P. Casey, il bassista australiano che ha diviso lo stesso strumento con Harvey nei Bad Seeds, ha militato negli anni ’80 nei Triffids. E dice che Mick Harvey ha scritto, prodotto e suonato svariati album solisti, tra cui i due impedibili volumi di cover di Serge Gainsbourg, “Intoxicated Man” ('95) e “Pink Elephants” ('97).

http://www.myspace.com/mickharvey