4.2.10

Dice che LOST...








Dice che LOST è tornata, e in America l’hanno vista più di 12 milioni di persone. Ed è tornata alla grande, con un doppio puntatone di un’ora e venti minuti di finissima scrittura, regia spettacolare, recitazione sublime. Dice che è ricominciata, ma che i fan sono già in crisi: come faremo senza LOST?
Dice che nel doppio episodio “LA X” i momenti emozionanti sono stati tanti, i misteri nuovi si sono sommati a quelli vecchi, irrisolti, e la confusione tra passato, presente e mondi paralleli è cresciuta. Ma, come diceva il poeta, è dolcissimo naufragare in questo mare che si schianta tra gli scogli di un’isola davvero speciale.
Dice che le teorie dei fan si cominciano a sommare, e che ogni tanto anche gli autori di LOST ci danno un’occhiata per prendere magari qualche spunto (o farsi quattro risate).
Dice che comunque nessuno ha le idee chiare: alla fine della quinta serie Juliet fa scoppiare la bomba che dovrebbe “azzerare” tutto, e far atterrare dunque il volo Ocean 815 all’aeroporto LAX di Los Angeles. E così, all’inizio della nuova serie, sembra sia andata.
Se non fosse che il mondo si “sdoppia” in due: in uno la bomba è esplosa, la teoria di Faraday ha funzionato, e l’aereo è atterrato senza schiantarsi sull’isola misteriosa, e tutti i protagonisti sono tornati alle loro vite “normali”. Nel mondo due, tuttavia, i nostri eroi sono ancora sull’isola, sopravvissuti all’esplosione, avvenuta nel 1977, che li ha catapultati però oggi.
Dice che a complicare le cose, tra le altre, c’è che nel mondo in cui la bomba è esplosa, l’isola si è inabissata sott’acqua (Atlantide?). E poi comunque il Jack che atterra vivo a Los Angeles, non solo sembra avere qualche “ricordo” e/o “post/presentimento” (come se tutto quello successo nelle stagioni precedenti è sempre successo nel suo passato e lui non sa di saperlo), ma quando va a ritirare la bara del padre caricata a Sidney, non la trova: il corpo, gli dice un imbarazzato impiegato della Ocean 815, sembra scomparso. Dunque Jack, il Jack del mondo salvato dalla bomba, dovrà tornare in Australia, e ripassare sull’isola maledetta?
Dice che, detta così, sembra facile. Se non fosse che Jacob è stato ucciso, bruciato vivo e poi dissolto, ma riappare poco dopo, e visto solo da Hurley. Se non fosse che quando il Jack-post-bomba chiede un altro “cordialino” in aereo, come nella prima puntata della prima serie, esattamente come nella prima puntata della prima serie la stessa identica hostess gliene dà un’altra bottiglina: ma nella prima puntata della prima serie erano DUE le bottigline (dunque quello che ci hanno appena fatto vedere NON è il viaggio iniziale!). Se non fosse che spunta il “nemico” di Jacob, che al momento dovrebbe essere un “cattivo”, e che si presenta “usando” il corpo del povero John Locke (e che i fan hanno ribattezzato, con un colpo di genio, “Flocke”), che è incazzato come una bestia, e vuole tornare a casa. E dice che questa casa potrebbe essere un tempio misterioso dietro un muro visto altre volte, ma invalicabile fin’ora, e vissuto da strani individui comandati da un odiosissimo giapponese che non parla inglese solo perché la lingua gli sbatte male in bocca e ha il potere di far rivivere i morti. E dice che Juliet era ancora viva, dopo lo scoppio della bomba (o la bomba non è esplosa?!?), e Sawyer l’amava ancora, ed è incazzato con Jack, e Jack è sempre più confuso, e Charlie è ancora vivo (ma ha provato a morire ingerendo della droga), e Richard Alpert, l’uomo che non invecchia mai, sembra davvero molto ma molto impaurito.
Insomma, dice che LOST è tornato, e che internet è in fibrillazione. Dice che il potentissimo network televisivo ABC ha stretto un accordo con Telecom per mandare in onda gli episodi in Italia 48 ore dopo la messa in onda in Usa per combattere i pirati che si “passano” gli episodi che, fino all’anno scorso, venivano trasmessi dopo mesi e mesi. Ma dice che questo tentativo è piuttosto vano, perché il motto dei pirati (che pirati NON sono, ma sono semplici fan) è “PERCHÉ PAGARE QUANDO PUOI AVERLO GRATIS!”, e i siti che si “scambiano” le puntate e i sottotitoli si moltiplicano come i misteri dell’isola.
L’isola è morta, viva l’isola.

2.2.10

Dice che Joe R Lansdale...










Dice che Joe R Lansdale ha trascorso gran parte della sua adolescenza al drive-in, e che nei drive-in ha ambientato molte sue storie: uno dei racconti del nuovissimo “Altamente esplosivo” (Fanucci), e il suo capolavoro “La notte del drive-in” (Einaudi).
Dice lo scrittore texano, appassionato di arti marziali, passa con grande disinvoltura dal pulp all’horror, dalla fantascienza al western, e che ha recentemente dichiarato che “la letteratura non è un modo di scrivere, è scrivere bene, e costruire una storia che lasci qualcosa a chi legge”. E, ancora, “c’è differenza tra uno scrittore abile nel costruire trame e uno story teller. Uno story teller ha una voce che più convincerti delle cose più estreme, e il suo plot può non avere alcuna importanza. Gli story teller hanno creato grande letteratura: parlo di Omero, Shakespeare, Twain, London. La trama può anche esserci nelle loro storie, ma ciò che conta è la loro voce e la loro abilità a trasportarti nel loro mondo”.
Dice che Joe R Lansdale, nella foto, è quello a sinistra.

"Il Texas è uno stato mentale"

Joe R Lansdale