10.3.10

Dice che Mark Linkous...








Dice che Mark Linkous si è tolto la vita. Dice che il cantante e chitarrista americano, nato il 9 settembre 1962, si è sparato un colpo di pistola al cuore il 7 marzo, davanti alla casa di un amico a Knoxville, nel Tennessee.
Dice che per anni l’artista, straordinario cantore del più ammaliante e languido rock narcolettico, ha lottato per anni contro la depressione, e che ci aveva provato già un’altra volta, in tour con i Radiohead, nel 1996 a Londra: un mix di antidepressivi e Valium l’aveva mandato in coma, clinicamente morto per due minuti. Dice che dopo lunghe cure mediche era stato salvato, ma che aveva riportato gravi lesioni alle gambe, paralizzate per sei mesi.
Dice che nel 1995 aveva fatto nascere quella stupenda creatura metà equina metà di polvere di stelle, gli Sparklehorse, di cui è sempre stato l’unico membro permanente: i dischi, bellissimi, sono stati “Vivadixiesubmarinetransmissionplot”, “Good Morning Spider”, “It's a Wonderful Life” e “Dreamt for Light Years in the Belly of a Mountain”.
Dice che tante e di prestigio sono state le sue collaborazioni, da PJ Harvey e Sua Maestà Tom Waits per l’album “It’s a Wonderful Life” (il suo più bello), Daniel Johnston (l’altra “testa matta” a cui ha prodotto il disco “Fear yourself”), Nina Persson e Fennesz.
Dice che di recente, insieme a Danger Mouse (il genialoide produttore “prezzemolino” nato Brian Burton) e David Lynch, aveva dato vita al progetto “Dark Night of the Soul”, ma che per problemi di Danger Mouse con la EMI il disco è stato bloccato (i tre hanno fatto comunque uscire un libro fotografico contenente un CD-r vergine e un link dove scaricare il disco da internet!).
Dice che negli ultimi anni viveva a Hayesville, North Carolina, dove aveva impiantato i suoi “Static King Studio”.
Il tristissimo comunicato della famiglia recita: “It is with great sadness that we share the news that our dear friend and family member, Mark Linkous, took his own life today. We are thankful for his time with us and will hold him forever in our hearts. May his journey be peaceful, happy and free. There's a heaven and there's a star for you.”


It's a Wonderful Life VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=AGZsQf6WjHI

7.3.10

Dice che BORIS...






Dice che BORIS è una serie tv, trasmessa da FOX, che racconta le vicende di una troupe alle prese con le riprese della fiction “Gli Occhi del Cuore”. Dice che la terza serie è ricominciata alla grande, ed è l’unico prodotto italiano (insieme a “Coliandro” e “Romanzo Criminale”) che si può guardare senza provare un impellente sensazione di vomito.
Dice che nelle prime due puntate intitolate “Un'altra televisione è possibile” il regista René Ferretti, il grandissimo attore e doppiatore Francesco Pannofino, è in trasferta a Milano per “fare soldi”, per girare cioè la fìscion “Troppo Frizzante”, ed è accolto negli studi megagalattici da hostess in divisa, massaggiatrici disponibili, assistenti di produzione che offrono cocaina (all’immenso direttore della fotografia cocainomane depresso Duccio Patanè alias Ninni Bruschetta) e puttane in camera di hotel. E dice che le battute con i “migliori comici del paese” e con lo sceneggiatore della fiction sono esilaranti (una su tutte lo “sternuto” omaggio a Bertolucci).
Dice che, sebbene sia un prodotto di “nicchia”, e che gli italiani che vanno a votare probabilmente non lo conoscono nemmeno, BORIS è ormai riuscito nell’ardua impresa di creare dei veri e propri tormentoni, come i “dai dai dai” e gli “a cazzo di cane” di René Ferretti, gli “apri tutto” di Duccio Patanè, i “bucio de culo” di Nando Martellone (lo straordinario Massimiliano Bruno).
Presa per il culo del mondo della televisione italiana, ora satirica, ora grottesca, sempre intelligente, è scritta e diretta dai tre amici Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, che nella serie 3 hanno lasciato la regia a Davide Marengo. I tre autori sono riusciti anche a prendersi per il culo da soli mettendo in scena la gag dei tre sceneggiatori de “Gli Occhi del Cuore” che, non sapendo che scene scrivere ricorrono in continuazione ad azioni precostruite: la geniale “F4: BASITO”. E dice che uno dei tre attori è proprio il bravissimo Andrea Sartoretti, che in “Romanzo Criminale” interpreta paurosamente bene “Bufalo”.
Dice che la sigla di testa è di Elio e Le Storie Tese, e quella finale della prima serie è suonata e cantata dallo stesso Pannofino, che dopo tutta la fiction di merda che ha fatto è riuscito anche a girare un piccolo delizioso video. Dice che anche il celebre Gorilla di “Crodino” cita BORIS prima della messa in onda in spot pubblicitari dedicati.
Dice che BORIS (insieme a “Coliandro” e “Romanzo Criminale”) dovrebbe ricostruire da zero l’immaginario collettivo degli italiani: ce la faranno i nostri eroici sceneggiatori?