25.10.07
22.10.07
Viva Andrea Bruschi
Andrea Bruschi è un attore genovese molto simpatico ma, come tutti i genovesi, un po’ attaccato al danaro, tanto da farsi pagare un pranzo cinese a Pesaro da un altro attore, ebreo, Luca Levi, famoso a sua volta per aver interpretato con un certo trasporto la parte di un prete in una celebre soap opera.
Andrea Bruschi è anche il cantante di una raffinata band, Marti, all’attivo con un ottimo album “Unmade beds”: voce profonda alla Leonard Cohen, ciuffo ribelle alla Sean Penn, quando arriva lui tutto il pubblico (donne, bambini, ma anche uomini) va in visibilio.
Sa sparare con armi di diverso calibro ed epoca (ha imparato sui set di vari film), automunito (Micra con cambio automatico), cultore del vintage e amante di abiti d’epoca, possiede mobilio di modernariato che rigorosamente non arriva agli anni ’70. Eloquio felice (“Stavo guidavo in Pennsilvania quando all’improvviso…”), battuta pronta, è capace di far svoltare una serata mal riuscita (o, a piacere, il set di un film mal assortito) con fulminanti e sagaci imitazioni della troupe e degli attori principali. Odia Roma e i romani, per questo fa poco cinema, ma al suo attivo ha partecipazioni a film, indipendenti o no, serie tv, cortometraggi e videoclip. Ha viaggiato e suonato in tutto il mondo, soprattutto in Giappone, dove ha venduto diecimila copie del suo primo disco. Quando arriva sul set te ne accorgi perché vedi prima arrivare le sue valigie e i suoi bauli. Se, per caso, dividi con lui un appartamento durante la lavorazione di un film, la prima cosa che fa appena mette piede a casa è accendere la tv su un qualsiasi canale a tutto volume (e chi se ne frega se sono le 2 di notte). La seconda è un bagno caldo. La stanza da bagno, quando arriva lui, si riempie di creme, lozioni, prodotti per capelli, asciugacapelli professionali, necessaire. Le donne, manco a dirlo, vanno pazze per lui (ma, curiosamente, anche i bambini!). Sovente scompare, per poi ritrovarlo alle tue spalle a intonare una canzone d’amore. Possiede un Fender Rhodes a casa sua a Genova, che si porta appresso ai concerti per la gioia degli altri componenti del gruppo.
Io e lui ci siamo conosciuti nell’inverno del 2001 al Torino Film Fest, in una trattoria dove, tra gli altri avventori, c’era anche Rocco Siffredi: avremmo dovuto lavorare assieme (non con Rocco, io e AB) ma poi non se n’è fatto più nulla. Andrea Bruschi è un grande attore, recita senza risparmiarsi, ti prende a calci al costato se c’è da fare una scena violenta, (o col calcio della pistola in testa, a scelta), urlando frasi irripetibili, salvo poi aprirsi in un sorriso luciferino quando il regista dà lo “stop!”. Se il regista non dà lo “stop” s’incazza, giustamente. In definitiva Andrea Bruschi è un grande, e io sono felice che mi abbia voluto come amico e che abbia accettato di vestire i panni del mio Bruno Spadoni (che, visto così, fa davvero paura. Vaglielo a spiegare a chi non s’è letto la sceneggiatura del film che si apre con lui, seduto spalle al muro, insultato da due spacciatori albanesi, che prende una pistola e gli spara a bruciapelo sussurrando: «Era dal duemila che non sparavo a nessuno…»). Come ebbe a urlare il pittore Roberto Antonio Maini alla stazione di Genova, «Bruschi, dacci dentro con le sceneggiature, che ce la fai!». Viva Andrea Bruschi.
Pubblicato da vittorio bongiorno alle 10:06 3 commenti
17.10.07
Cose che ho capito sul set del film scritto da me medesimo:
1) mai stare sul set del proprio film a meno di non essere il regista stesso (o che il regista non sia coppola o scorsese o uno di questi)
2) di notte, sulla banchina di un porto, con tutto il bel tempo che ci può essere, fa un freddo bestiale (e infatti mi sono ammalato)
3) l’assistente operatore materano (Antonio) mi dice che lui la sceneggiatura non l’ha letta, e che viste girate così, le scene, sparpagliate e una prima e una dopo, certi passaggi non li ha capiti, ma il film gli piace
4) il geniale segretario di edizione (Leo) mi dice che ha appena finito di leggere la sceneggiatura, e gli piace molto
5) i marinai, quelli veri, anche d’inverno stanno in maniche corte
6) certe cose scritte funzionano, recitate no
7) certe cose scritte funzionano, recitate bene, commuovono
8) meglio lavorare coi bambini (attori bambini, per esempio) che con gli adulti (attori adulti, per esempio)
9) la attrezzista rasta (Luna) è un genio, e non lo dà a vedere
10) il marinaio della barca accanto (Vito) ogni tanto arrostisce svariati chili di “sardoncini a scottadito” prelibatissimi
11) il direttore della fotografia (Stefanello) bestemmia ogni due parole ma fa morire dal ridere (e mi agiorna sulle ultime teorie di complotto sull’11 settembre)
12) il rancio fa schifo
13) le Volvo gentilmente offerte per il film sono molto belle e comode
14) la parrucchiera sorridente (Clara) mi dà unguento naturale miracoloso per la mia irritazione alla barba
15) la prua sta davanti, la poppa dietro
16) il regista è il regista, l’attore pure, ma lo sceneggiatore chi è? Che cosa vuole quello lì vestito tutto di nero che si aggira con il copione in mano e borbotta qualcosa e si lamenta delle battute cambiate e delle scene tagliate? Insomma, lo sceneggiatore è un alieno, mal visto, e mal sopportato da quasi tutti
17) dopo 6 giorni ti passa la voglia di tenere un diario
18) cinema povero o povero cinema?
19) in fondo tutti, in città, sanno che stiamo girando un film
20) il gentilissimo proprietario di un negozio di articoli sportivi mi ha fatto uno sconto del 10% su un paio di Nike old style proprio perché stiamo facendo il film
21) io NON sono il regista (e prima me lometto in testa e meglio è)
22) dobbiamo trovare la verità
23) la verità è un fulmine che mi cade sulla testa venerdì 5 ottobre (intorno alle 14.30), e che mi porterò addosso tutta la vita
24) “…Io credo che sia possibile regalare un senso alle cose…perché tu? perché hai la sensibilità per vedere le cose. La forza ne deriva di conseguenza. E anche se lo neghi mentre leggi, lo fai ogni momento: assumi su di te sofferenze tue e di altri e le porti un passo avanti. perché non lo fanno altri? Chissà…”, dice Tilo, il mio amico filosofo preferito
25) bruciare i teatri, bisogna farlo subito, tutti i teatri d’Italia
26) “Nella vita o si vende o si compra”, dice Luigi Socci, il mio amico poeta preferito. Sono le 3 di notte. Mi è passato il sonno. Devo restare o devo andarmene? (3.10.2007)
27) sono un titanic che affonda mentre l’orchestra continua a suonare a bordo: io mi sono accorto che affondo, ma loro non solo non se ne sono accorti, ma suonano dall’inizio uno spartito sbagliato
28) mando un sms a Luigi Moretti, il Greco, il protagonista, per dirgli che ieri è stato commovente. Debbo dirglielo. (4.10.2007)
29) ma se io NON sono il regista, chi sono allora?
30) Che fare?
31) G.C. da Londra mi chiama per comunicarmi che è pronto a firmare il contratto per i diritti del Bravo Figlio.
32) Luca Levi, Mimì, il vice-comandante, mi fa morire dal ridere. È straordinario come sia “entrato” perfettamente nel personaggio (O, forse, è proprio così?). È a cazzeggiare dentro al camper, e Sara, la costumista, dice che c’è una ragazza che si deve cambiare. E lui: «Sì sì, vieni…»
33) rileggo certe scene che ho scritto e mi piacciono
34) Marco Gambino è un grandissimo, ha pianto nella scena finale in cui Nondas, il suo personaggio, perde contro il protagonista, e fa pena, vederlo sconfitto. Ha dato un cuore a un personaggio di carta…
35) Andrea Bruschi, Bruno Spadoni nel film (il cattivo in via di redenzione) ha un pigiamino aderente grigio vintage irresistibile e un bel gruppo (www.myspace.com/martimusic)
36) VITTORIO BONGIORNO (SCENEGGIATORE) NIENTE MACCHINA*
www.almamovie.it
www.crakersfilm.it
*dal foglio dei permessi della Finanza per entrare al porto
Pubblicato da vittorio bongiorno alle 00:49 4 commenti
16.10.07
il bravo figlio e Cormac McCarthy_2
"Oscurità della luna invisibile. Le notti ora solo leggermente meno nere. Di giorno il sole esiliato gira intorno alla terra come una madre in lutto con una lanterna in mano."
Pubblicato da vittorio bongiorno alle 22:36 0 commenti