20.5.09

Dice che Bob Dylan...




















Dice che Bob Dylan, nel grave incidente motociclistico del 29 luglio 1966, era alla guida di una Triumph Bonneville, e dice che è stato lontano dalla musica per più di un anno dando origine a svariate leggende metropolitane. Dice che nella caduta aveva riportato la frattura di una vertebra cervicale, più escoriazioni varie, e che era stato ricoverato in un ospedale per vari mesi.
Ma dice che Dylan, reduce dalla criticatissima apparizione al festival “Newport ‘65”, aveva diviso i fans anche sull’accaduto: c’era chi lo riteneva paralizzato, completamente ingessato, addirittura morto.
Dice che qualcuno aveva anche ipotizzato che non ci fosse stato alcun incidente, e che il menestrello di Duluth fosse in clinica a disintossicarsi dall’eroina e che, addirittura, proprio durante i giorni di Woodstock (dove Bob fu uno dei grandi assenti), fosse in corso un lavaggio completo del suo sangue in una clinica Svizzera.
Ma dice che Dylan stesso, in un’intervista di qualche tempo dopo, ha dichiarato: «Persi il controllo, sbandai da sinistra a destra. Vidi tutta la mia vita passarmi davanti… il fatto che ne sia uscito fuori ha del miracoloso». E, ancora: «Quando ebbi l'incidente motociclistico... mi rialzai per riprendere i sensi, realizzai che stavo solo lavorando per tutte quelle sanguisughe. Non volevo farlo. In più avevo una famiglia e volevo solo vedere i miei bambini».
Guasto meccanico? Droga? Semplice distrazione? Tentato suicidio? Fuga dal mondo? Nessuno potrà mai dirlo con certezza, sicuramente non il protagonista, anche se il critico Howard Sournes ha scritto nella biografia “Down the Highway: The Life Of Bob Dylan” che sul luogo dell’incidente non era stata chiamata alcuna ambulanza e che Dylan non era stato ricoverato in nessun ospedale, e che l’incidente offrì a Bob l’occasione per scappare dalle pressioni che lo affliggevano.
Dice che in “Chronicles. Vol. 1”, la prima parte della sua autobiografia del 2004, Dylan stesso liquida tutta la faccenda con un paio di righe: «Ho avuto un incidente in motocicletta e sono rimasto ferito, ma sono guarito. La verità è che volevo tirarmi fuori dalla concorrenza».
Dice che, ciò che è certo, quell’episodio ha “segnato” la fine del “primo” Dylan, il cantore della protesta.
Mistero nel mistero, non è mai stato accertato il modello di Triumph Bonneville che guidava: c’è chi dice una Triumph Bonneville 55, chi una Bonneville TT Special 650 cc, chi una Triumph Tiger 500 cc e chi, addirittura la sua ex fidanzata Joan Baez, una Triumph 350.
Dice che, curiosamente, la foto di copertina di “Highway 61 Revisited”, il suo celebre album del 1965, uno dei capisaldi della storia del rock e patrimonio dell’umanità tutta, ritrae Dylan con la t-shirt proprio di Triumph Motorcicles…

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