19.10.09

Dice che Edda...









Dice che Edda è uscito dal gruppo, proprio come John Frusciante, e non ci è mai più rientrato. Dice che voleva morire, ma non ci è riuscito. Dice che dopo tredici anni di silenzio è ricomparso, più vecchio, più grasso, senza capelli, e ha fatto un disco solita, “Sempre biot”, che è bellissimo.
Dice che all’apice del successo con i Ritmo Tribale, la rock band italiana più importante degli anni ’90 (quando il rock italiano non si sapeva nemmeno cosa fosse), li ha abbandonati, incapace di sostenere quella vita, e si è dedicato «in maniera professionale all’eroina», come dice lui. Dice che Edda, per scappare dalla droga, era diventato Hare Krishna, era andato a Londra, poi era tornato a Milano, aveva ripreso a cantare con i Ritmo Tribale, ma non ce l’ha fatta. Poi era scomparso.
Dice che in molti, compreso il sottoscritto, pensavano fosse morto. «Credo nella reincarnazione come punizione. Spero di rimanere sulla terra al massimo per un’altra vita», dice lui oggi.
Dice che dopo una vita è ricomparso, nel 2008, su You Tube, con dei video in cui suonava le sue canzoni voce e chitarra, accompagnato da Walter Somà, coautore di alcuni brani, e Andrea Rabuffetti. E dice che quei video avevano incuriosito l’etichetta Niegazowana, che gli ha proposto di fare l’album “Sempre biot”.
Dice che il disco è straziante, una gemma grezza inascoltabile per la sua bellezza e semplicità: voce, chitarra acustica e poco altro (tra gli altri, i “celebri” Alessandro Asso Stefana e Mauro Pagani).
Dice che le ballate, spesso semplici e scarnificate da inutili orpelli, toccano il cuore con la voce di Edda e i testi no-sense metropolitano: una specie di Rino Gaetano punk in overdose.
Dice che dopo il primo mitico introvabile “Bocca chiusa” dei Ritmo Tribale le case discografiche avevano proposto alla band contratti e futuro, ma senza “quel” cantante così “strano”, che cantava con una voce stridula che non si capiva se era maschio o femmina, e non si capiva soprattutto cosa diceva, perché gridava e si mangiava le parole. Ma dice che Edda è stato capace di raccontare come nessun altro il passaggio dai “dorati” anni ’80 ai buissimi anni ’90. E che la band, amatissima, ha continuato senza di lui per uno o due album, per poi scomparire.
Dice che Edda è citato nella canzone degli Afterhours “Come vorrei”, dall’album “Hai paura del buio?” (1997), e che è stato invitato proprio da Manuel Agnelli ad aprire un loro concerto.
Dice che di recente è stato invitato alla trasmissione “L’Era glaciale” di Daria Bignardi, in coppia con Andrea de Carlo, e che si è presentato con la maglietta della ditta di ponteggi per cui ora lavora.
Dice che a me, nell’altra vita, aveva regalato una collanina Hare Krishna che ora non trovo più.

Sapessi com’è strano
essere tossicodipendente di Milano
bucarsi tra la gente
che ti guarda e dice ‘sto deficiente è di Milano
quand’è che vado in Inghilterra
quand’è che me ne vado dalla terra…


http://www.myspace.com/stefanoeddarampoldi

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