22.5.09

Dice che Jacob...



















Dice che Jacob, l’ambiguo e misterioso personaggio di LOST, è stato finalmente svelato e, come qualcuno aveva scoperto prima della sua apparizione, è interpretato dall’attore americano Mark Pellegrino: vero capo degli “Others”, dava ordini solo a Benjamin Linus, che era l’unico a conoscere il luogo dove viveva (una capanna semiabbandonata in mezzo alla giungla e circondata da una misteriosa polvere nera).
Dice che di Jacob, in verità, non si sa ancora nulla: “grande capo dell’isola”, colui che vive in quel luogo sperduto e misterioso da anni e anni (millenni forse), conosce dell’isola misteri e segreti, ma non vive lì da solo. All’inizio dell’ultima bellissima puntata della quinta serie di LOST, dopo aver fatto la sua comparsa, accanto a lui si è palesato un altro uomo, quasi della stessa età, ma vestito di nero, restio ad accettare il cibo che Jacob gli ha offerto, e che gli ha detto di volerlo uccidere.
Dice che attorno a questo personaggio (e al suo “doppio”) sono fioccate le ipotesi più svariate: la più “accreditata” però sembrerebbe essere quella della citazione biblica: Jacobbe e il fratello gemello Esau erano i figli di Isacco, e a sua volta Jacob ebbe dodici figli, tra cui Ben (che vuol dire “Il più amato”) che è poi lo stesso nome del personaggio Ben/Benjamin Linus, il diabolico capo degli “Others” che per più di trent’anni ha preso ordini da Jacob pur non avendolo mai visto in volto.
Dice che Jacob fu il patriarca delle celebri dodici tribù di Israele, le persone speciali scelte da Dio, e che uno dei suoi figli si chiamava Giuda, dalla cui tribù discende Gesù.
Dice che sempre il personaggio biblico Ben e i suoi fratelli avevano buttano in una fossa profonda il fratello Giuseppe per gelosia, perchè Jacob lo preferiva, cosa che, in modo praticamente identico, si è vista in una puntata di LOST con Ben che spara e fa cadere in una fossa John Locke per gelosia, perché questi ha parlato con Jacob.
Dice che il secondo misterioso personaggio apparso accanto a Jacob potrebbe rappresentare proprio Esau, il male, mentre Jacob potrebbe essere il bene (il primo, moro, vestito di nero, l’altro, biondo, vestito di bianco), come starebbe a dimostrare la sua capacità di “salvare” i personaggi di LOST “persi nel mezzo del cammino delle loro vite”, e la sua fede nel progresso e nella bontà dell’uomo.
Dice che alla fine della puntata, prima dell’esplosione della bomba H che dovrebbe riportare i nostri Losties alle loro “vite precedenti”, Jacob viene ucciso da Ben, geloso del suo rapporto con John Locke, di cui però qualche minuto prima scopriamo il cadavere: “quel” John Locke NON è veramente lui, e dice che potrebbe essere “l’uomo in nero”, il male, che sotto forma del Fumo Nero, si è impossessato del corpo di Locke per poter finalmente uccidere n fratello.
Ma dice che nessuno ne è sicuro. Ciò che è certo è che nella prossima serie, l’ultima purtroppo, il sacrificio di Jacob porterà a qualcosa di più superiore dello stesso Jacob. Ma per scoprirlo dobbiamo aspettare gennaio 2010.
Dice che Jacob è il secondo nome del “diabolico” JJ Abrams, il geniale autore di LOST, e che l’attore Mark Pellegrino, tra le altre apparizioni, aveva interpretato il ruolo del fidanzato di Rita nella straordinaria serie “DEXTER”, fatto uscire di scena dal protagonista serial killer di serial killer per gelosia.
E dice che prima ancora Pellegrino era apparso in “Mullholland Drive”, il film di David Lynch curiosamente prodotto sempre dalla ABC (che gli aveva commissionato una serie ma che l’aveva sospeso per via delle troppe scene di sesso e di sigarette fumate, e che poi Lynch ha trasformato in un meraviglioso incubo visivo per il cinema), dove recitava anche l’attore Patrick Fischler, che in LOST ha una piccola odiosa parte. Coincidenze?

20.5.09

Dice che Bob Dylan...




















Dice che Bob Dylan, nel grave incidente motociclistico del 29 luglio 1966, era alla guida di una Triumph Bonneville, e dice che è stato lontano dalla musica per più di un anno dando origine a svariate leggende metropolitane. Dice che nella caduta aveva riportato la frattura di una vertebra cervicale, più escoriazioni varie, e che era stato ricoverato in un ospedale per vari mesi.
Ma dice che Dylan, reduce dalla criticatissima apparizione al festival “Newport ‘65”, aveva diviso i fans anche sull’accaduto: c’era chi lo riteneva paralizzato, completamente ingessato, addirittura morto.
Dice che qualcuno aveva anche ipotizzato che non ci fosse stato alcun incidente, e che il menestrello di Duluth fosse in clinica a disintossicarsi dall’eroina e che, addirittura, proprio durante i giorni di Woodstock (dove Bob fu uno dei grandi assenti), fosse in corso un lavaggio completo del suo sangue in una clinica Svizzera.
Ma dice che Dylan stesso, in un’intervista di qualche tempo dopo, ha dichiarato: «Persi il controllo, sbandai da sinistra a destra. Vidi tutta la mia vita passarmi davanti… il fatto che ne sia uscito fuori ha del miracoloso». E, ancora: «Quando ebbi l'incidente motociclistico... mi rialzai per riprendere i sensi, realizzai che stavo solo lavorando per tutte quelle sanguisughe. Non volevo farlo. In più avevo una famiglia e volevo solo vedere i miei bambini».
Guasto meccanico? Droga? Semplice distrazione? Tentato suicidio? Fuga dal mondo? Nessuno potrà mai dirlo con certezza, sicuramente non il protagonista, anche se il critico Howard Sournes ha scritto nella biografia “Down the Highway: The Life Of Bob Dylan” che sul luogo dell’incidente non era stata chiamata alcuna ambulanza e che Dylan non era stato ricoverato in nessun ospedale, e che l’incidente offrì a Bob l’occasione per scappare dalle pressioni che lo affliggevano.
Dice che in “Chronicles. Vol. 1”, la prima parte della sua autobiografia del 2004, Dylan stesso liquida tutta la faccenda con un paio di righe: «Ho avuto un incidente in motocicletta e sono rimasto ferito, ma sono guarito. La verità è che volevo tirarmi fuori dalla concorrenza».
Dice che, ciò che è certo, quell’episodio ha “segnato” la fine del “primo” Dylan, il cantore della protesta.
Mistero nel mistero, non è mai stato accertato il modello di Triumph Bonneville che guidava: c’è chi dice una Triumph Bonneville 55, chi una Bonneville TT Special 650 cc, chi una Triumph Tiger 500 cc e chi, addirittura la sua ex fidanzata Joan Baez, una Triumph 350.
Dice che, curiosamente, la foto di copertina di “Highway 61 Revisited”, il suo celebre album del 1965, uno dei capisaldi della storia del rock e patrimonio dell’umanità tutta, ritrae Dylan con la t-shirt proprio di Triumph Motorcicles…