Viva Andrea Bruschi
Andrea Bruschi è un attore genovese molto simpatico ma, come tutti i genovesi, un po’ attaccato al danaro, tanto da farsi pagare un pranzo cinese a Pesaro da un altro attore, ebreo, Luca Levi, famoso a sua volta per aver interpretato con un certo trasporto la parte di un prete in una celebre soap opera.
Andrea Bruschi è anche il cantante di una raffinata band, Marti, all’attivo con un ottimo album “Unmade beds”: voce profonda alla Leonard Cohen, ciuffo ribelle alla Sean Penn, quando arriva lui tutto il pubblico (donne, bambini, ma anche uomini) va in visibilio.
Sa sparare con armi di diverso calibro ed epoca (ha imparato sui set di vari film), automunito (Micra con cambio automatico), cultore del vintage e amante di abiti d’epoca, possiede mobilio di modernariato che rigorosamente non arriva agli anni ’70. Eloquio felice (“Stavo guidavo in Pennsilvania quando all’improvviso…”), battuta pronta, è capace di far svoltare una serata mal riuscita (o, a piacere, il set di un film mal assortito) con fulminanti e sagaci imitazioni della troupe e degli attori principali. Odia Roma e i romani, per questo fa poco cinema, ma al suo attivo ha partecipazioni a film, indipendenti o no, serie tv, cortometraggi e videoclip. Ha viaggiato e suonato in tutto il mondo, soprattutto in Giappone, dove ha venduto diecimila copie del suo primo disco. Quando arriva sul set te ne accorgi perché vedi prima arrivare le sue valigie e i suoi bauli. Se, per caso, dividi con lui un appartamento durante la lavorazione di un film, la prima cosa che fa appena mette piede a casa è accendere la tv su un qualsiasi canale a tutto volume (e chi se ne frega se sono le 2 di notte). La seconda è un bagno caldo. La stanza da bagno, quando arriva lui, si riempie di creme, lozioni, prodotti per capelli, asciugacapelli professionali, necessaire. Le donne, manco a dirlo, vanno pazze per lui (ma, curiosamente, anche i bambini!). Sovente scompare, per poi ritrovarlo alle tue spalle a intonare una canzone d’amore. Possiede un Fender Rhodes a casa sua a Genova, che si porta appresso ai concerti per la gioia degli altri componenti del gruppo.
Io e lui ci siamo conosciuti nell’inverno del 2001 al Torino Film Fest, in una trattoria dove, tra gli altri avventori, c’era anche Rocco Siffredi: avremmo dovuto lavorare assieme (non con Rocco, io e AB) ma poi non se n’è fatto più nulla. Andrea Bruschi è un grande attore, recita senza risparmiarsi, ti prende a calci al costato se c’è da fare una scena violenta, (o col calcio della pistola in testa, a scelta), urlando frasi irripetibili, salvo poi aprirsi in un sorriso luciferino quando il regista dà lo “stop!”. Se il regista non dà lo “stop” s’incazza, giustamente. In definitiva Andrea Bruschi è un grande, e io sono felice che mi abbia voluto come amico e che abbia accettato di vestire i panni del mio Bruno Spadoni (che, visto così, fa davvero paura. Vaglielo a spiegare a chi non s’è letto la sceneggiatura del film che si apre con lui, seduto spalle al muro, insultato da due spacciatori albanesi, che prende una pistola e gli spara a bruciapelo sussurrando: «Era dal duemila che non sparavo a nessuno…»). Come ebbe a urlare il pittore Roberto Antonio Maini alla stazione di Genova, «Bruschi, dacci dentro con le sceneggiature, che ce la fai!». Viva Andrea Bruschi.
3 commenti:
leggo e piango copiosamente..grazie anche io sono contento che siamo amici
ps: luca levi ha rivoluto i soldi..ma gli ho dato un biglietto da venti finto..
Io non posso che concordare....ADORO BRUSCHI^^
Ragazzi, mi chiamo anch'io Andrea Bruschi ma non sono di Genova e non sono attore. Ho pubblicato un romanzo nel 2006 (Il sogno ultimo)e ne sto per pubblicare un altro.
Peccato che se si googola "Andrea Bruschi" le prime 5, 6 pagine sono praticamente piene del Bruschi attore!!! Buon per lui! Magari gli piacerebbe leggere quello che scrivo, se non altro per "solidarietà omonima"!!
www.andreabruschi.com
Ciao a tutti!!
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