14.3.08
Leggo il giornale alla fermata dell’autobus. Pass la madre di un compagno di scuola di mio figlio. «Ciao Giulio», mi saluta, poi si corregge, prima che possa aprire bocca, «scusa, ma per me sei Giulio…». Poco dopo un uomo con barba lunga e giaccone pesante inciampa sul marciapiedi e mi guarda e ride da solo e si allontana zoppicando. Un signore di una certa età di Ferrara mi chiede se i negozi di frutta e verdura qui sono tutti in mano ai pakistani, perché a Ferrara non è così. Dopo mesi che non la vedevo, la ragazza con gli stivali si siede accanto a me ad aspettare e legge degli appunti. C’è anche la-donna-che-sembra-un-uomo, che oggi indossa delle calze viola spesse. Arriva l’autobus. Dentro, un’anziana signora ride in modo sguaiato con l’amica: «Forse fra centomila anni si distrugge il mondo, ma io vorrei esserci».
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